Ripartire Insieme – il senso

Gli economisti che studiano il sistema economico italiano, evidenziano che la struttura produttiva del nostro paese è caratterizzata da un sistema di piccole e medie imprese con poche grandi imprese capaci di svolgere un ruolo trainante nello sviluppo produttivo, a differenza di quanto avviene in Francia e Germania. Inoltre riscontrano un ritardo nello sviluppo delle reti di telecomunicazione, nella digitalizzazione, nell’automazione e il continuo ricorso a tecnologie non orientate in modo adeguato al rispetto della natura.

Questi giudizi quasi sempre vengono espressi guardando solo agli aspetti economici e pongono poca attenzione agli aspetti sociali.

Le caratteristiche richiamate del sistema produttivo italiano, determinano da anni un basso incremento di capacità produttiva che ha tra le sue conseguenze la crescita dell’occupazione precaria, lo scarso impiego di lavoratori qualificati, la fuga verso l’estero di ricercatori e tecnici altamente qualificati.

Pur guardando agli elementi di criticità, occorre però considerare anche un altro aspetto del nostro sistema produttivo: la micro economia fatta di piccole imprese, di laboratori artigianali, di elettricisti, di fabbri, di piccoli esercizi commerciali, di servizi alle persone, ecc. Questa realtà ha come caratteristica propria quella di rendere migliore la vita quotidiana di molte persone, promuovendo relazioni sociali, offrendo servizi che rispondono a specifiche necessità delle famiglie e, in alcune situazioni, consente di trovare un’occupazione anche a persone con uno scarso livello di qualificazione.

Dobbiamo avere sempre presente che lo scopo ultimo dell’economia non deve essere il profitto fine a sé stesso, ma rispondere ai bisogni materiali delle persone consentendo alla comunità umana di “vivere bene. L’obiettivo del sistema economico deve essere il bene comune e quindi una condizione di benessere materiale, sociale e relazionale che può concretizzarsi solo realizzando uno sviluppo economico sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale.

In questa prospettiva la micro-economia è importante per la vita di un paese come il nostro e deve essere sostenuta. In particolare occorre mantenere una rete di piccoli esercizi commerciali e artigiani che consentono alle persone di continuare a vivere anche nei piccoli centri abitati e nei borghi che sono un aspetto positivo della realtà sociale italiana.

Il progetto #RipartireInsieme della Caritas Diocesana, realizzato grazie ad un finanziamento della Cassa di Risparmio di Asti, che prevede l’erogazione di un modesto contributo a fondo perduto a micro esercizi, va in questa direzione. Aspetto importante dell’iniziativa è la richiesta rivolta a chi lo riceve di restituirlo alla comunità, creando lavoro o offrendo gratuitamente beni a persone in condizioni di necessità che non sarebbero in grado di pagare. Questo progetto esprime un duplice valore: sostiene una realtà di micro-imprese oggi in difficoltà e promuove, attraverso il loro agire, la costruzione di una rete sociale più solidale. Occorre essere consapevoli che quella che in passato è stata definita come “L’economia del villaggio”, mantiene una sua importanza anche nel presente e nel futuro.

Nell’India del secolo scorso il suo padre fondatore, Mahatma Gandhi, era diffidente rispetto allo sviluppo industriale del suo paese  così come si stava realizzando e ha sempre ribadito  con forza l’importanza dell’economia del villaggio. Il suo non era un atteggiamento anti-industriale o antiscientifico, ma era animato dalla  preoccupazione che la distruzione della microeconomia locale avrebbe portato il suo paese nella condizione di avere masse di gente alla periferia delle grandi città, senza identità e in estrema povertà.

Gandhi sosteneva che l’applicazione della scienza (quindi lo sviluppo tecnologico) senza morale non fa avanzare l’umanità di un solo centimetro verso il suo fine naturale. Il suo, non è il pensiero di un guru ormai sorpassato dalla storia, ma quello di un profeta capace di vedere oltre e di sapere che il vero progresso non è nelle cose, anche se tecnologicamente sempre più perfette, ma nella crescita di umanità, nel cuore dell’uomo, nei rapporti di solidarietà e di giustizia che sappiamo instaurare.

Sono queste le ragioni per le quali nella realtà odierna, quando le attività produttive e l’intera società sono sempre più pervase dall’applicazione delle scoperte scientifiche, non possiamo scordare l’importanza di assicurare la presenza di una microeconomia locale che può favorire una ricca vita di relazione tra le persone.

Alberto Boschetto e Paolo Gallana