Economy of Francesco Summer School
“O siete coinvolti, o la storia vi passerà sopra”.
Queste parole, pronunciate da Papa Francesco nel novembre del 2020, sono state un po’ come una bussola, come un lumicino da seguire per ricordarci idealmente il punto di partenza, ma anche la meta. E così, da quel momento in poi, abbiamo continuato ad incontrarci, a fare delle cose insieme, a pensarci come un gruppo di amici che di tanto in tanto scambiano riflessioni su cosa significhi oggi essere parte attiva della società, impegnarsi, non perdere di vista le motivazioni di partenza, soprattutto come rimanere coinvolti, nel modo in cui il Papa ce lo ha chiesto. Ad esempio, pensiamo di aver fatto del nostro meglio per cercare di esserlo, quando abbiamo accettato di organizzare un laboratorio per i ragazzi e le ragazze che si sono iscritti alla SEC – scuola di economia civile – di quest’anno. Ci siamo riuniti intorno a un tavolo, una prima volta, poi una seconda, poi aggiornati sul nostro gruppo whatsapp e ognuno di noi ha portato un pezzetto di sé nella costruzione di quello che abbiamo proposto. Piccoli gruppi, a cui abbiamo a nostra volta chiesto di sedere attorno ad un tavolo e una tovaglia di carta bianca in mezzo, che potesse lasciare ciascuno libero di appuntare una frase, un pensiero, un dubbio. Tre sono stati gli stimoli che abbiamo deciso di usare, questa volta a partire dalle parole del Papa ai giovani nel discorso del 24 settembre 2022 ad Assisi.
Il primo, “guardare il mondo con gli occhi dei più poveri”, il secondo, “non dimenticatevi del lavoro, non dimenticatevi dei lavoratori. (…) Mentre create beni e servizi, non dimenticatevi di creare lavoro, buon lavoro e lavoro per tutti”, il terzo, “incarnazione. Nei momenti cruciali della storia, chi ha saputo lasciare una buona impronta lo ha fatto perché ha tradotto gli ideali, i desideri, i valori in opere concrete”.
Per noi queste tre indicazioni sono super potenti. Abbiamo pensato di usarle nei diversi gruppi, così che si potesse riflettere, a partire da qualcosa di personale, ma non per forza solo personale, su cosa rappresentano questi tre punti, per ogni persona seduta intorno a quei tavoli. È bello ascoltare gli altri e chiedersi cosa risuona in noi di ciò che condividono, cambiare idea, cambiarla ancora, tornare a casa e pensare a quanto sono preziose le persone, i loro dubbi, i valori in cui credono, il coraggio che hanno nel mettersi in cammino verso un’economia intesa, proprio come ci suggerisce l’etimologia, come casa, come beni di famiglia, beni di tutti. Civile è chiederci: come ce ne prendiamo cura?