Poveri loro o Poveri noi?
Chi sono i poveri? Cerco su internet una definizione e trovo: “ Riferito a persona, che non dispone a sufficienza di quanto è essenziale per vivere, per sostentarsi, che ha scarsi mezzi economici, che manca del denaro necessario e di tutto quanto il denaro può procurare”
E subito mi chiedo: possibile che la povertà sia solo ed esclusivamente legata alle risorse economiche? Non ho tempo di finire la domanda, e mi rispondo da solo: assolutamente no !!!
Associo il termine povertà a scarsità, e allora tutto prende un significato diverso e penso a tutte le volte che io sono stato povero, a tutte le volte che avevo bisogno di un supporto, un gancio al quale attaccarmi per non sprofondare, un amico con il quale parlare, qualcuno che mi dicesse se ero sulla strada giusta, una mano tesa: in quel momento difficile, ho scoperto di essere ricco, era bastato guardarmi intorno, ascoltarmi per trovare tutta la ricchezza che sia chiama relazione.
Ecco che alla prima definizione si può aggiungere, “colui che non ha relazioni”.
In base a questa esperienza, mi viene da pensare: quante volte ho aiutato qualcuno, attraverso la relazione?
Quante volte ho dato un’offerta senza neanche guardare negli occhi le la persona a cui la stavo dando?
Quante volte sono stato in grado di ascoltare ? Quante volte il povero ero io?
Se vogliamo essere di aiuto ai poveri, dobbiamo cambiare il modo di pensare, dobbiamo partire da noi stessi e dalle nostre povertà: siamo sicuri che i poveri siano gli altri?
E’ vero, la povertà economica è quella numericamente maggiore, quella che sta dilagando anche tra chi in tempi migliori, poteva vantare maggiori sicurezza. L’invito è quello di pensare che oltre a questa, ne esistono altre: chi soffre a causa della salute mentale, i disabili, i carcerati, chi ha scontato una pena, ed ora è in pari con la giustizia, ma nel frattempo ha bruciato tutte le relazioni esterne, chi si trova in un paese diverso da quello in cui è nato o ha vissuto, chi ha una patologia di dipendenza, chi è solo!
Siamo sicuri che il messaggio di Gesù ALZATI A CAMMINA non sia rivolto proprio a noi?
La Chiesa ci propone nella giornata mondiale dei poveri, una possibilità di riflessione su questo tema, e la nostra diocesi, attraverso il Consiglio Pastorale Diocesano, propone alle comunità parrocchiali e ai singoli cristiani, alcune occasioni in cui fermarsi e pensare.
Se vogliamo animare le nostre comunità, se vogliamo che queste crescano illuminate dall’amore di Dio, non dobbiamo aspettare che i poveri vengano a chiedere aiuto, ma siamo noi che dobbiamo andare agli incroci delle strade, cercarli, e con loro camminare.
Saranno 4 i filoni su cui si articola la proposta:
- attraverso i catechismi
- attraverso gli insegnanti di religione delle scuole di ogni grado che proporranno ai giovani una riflessione agevolando un confronto
- attraverso la celebrazione Eucaristica del 19 novembre prossimo (Giornata Mondiale di Poveri)
- attraverso delle schede di confronto (usando la tecnica sinodale), in cui riflettere invitando anche coloro che non sono frequentatori abituali della parrocchia, e coinvolgendo proprio le persone che potrebbero aiutarci a capire le nostre povertà, ovvero i poveri.
Tutti i materiali sono reperibili sul sito della diocesi di Biella, nella pagina del Sinodo.
Fabrizio Mosca