La preghiera del povero sale fino a Dio
Il 19 novembre 2017, per la prima volta, viene istituita la giornata mondiale dei poveri. L’iniziativa, è stata voluta fortemente da Papa Francesco per sollecitare la Chiesa a “uscire” dalle proprie mura per incontrare la povertà nelle molteplici accezioni in cui essa si manifesta nel mondo di oggi.
Lo slogan di quest’anno è: “La preghiera del povero sale fino a Dio”.
Uno stimolo a prenderci cura non solo dei bisogni materiali dei poveri, ma soprattutto di quelli spirituali.
Nel messaggio vi è una citazione dell’enciclica Evangelii gaudium: la peggior discriminazione di cui soffrono i poveri è la mancanza di attenzione spirituale. L’immensa maggioranza dei poveri possiede una speciale apertura alla fede; hanno bisogno di Dio e non possiamo tralasciare di offrire loro la sua amicizia, la sua benedizione, la sua Parola, la celebrazione dei Sacramenti e la proposta di un cammino di crescita e di maturazione nella fede. L’opzione preferenziale per i poveri deve tradursi principalmente in un’attenzione religiosa privilegiata e prioritaria.(E.G. 200)
Talvolta siamo concentrati a dare ai poveri il necessario e ci dimentichiamo di offrire loro l’essenziale.
Il necessario è ciò che serve per sopravvivere, l’essenziale è ciò che serve per vivere felici.
Qualche anno fa, scrissi una storiella, proprio su questo tema:
“C’era un bambino che tutti i giorni chiedeva un pezzo di pane al nonno, poi lo metteva in tasca e si inoltrava nella foresta per poi riapparire dopo una decina di minuti. Dopo un paio di settimane il nonno incuriosito segue il nipotino e lo vede fermarsi in un pozzo abbandonato, tirato fuori il pezzo di pane lo getta nel pozzo, rassicurando: «Torno domani non piangere». Il nonno si avvicina e vede in fondo al pozzo un bambino di un’altra tribù che piangendo continuava a dire nel suo dialetto: «Aiuto, ti prego, salvami». Allora il nonno si rivolge al nipotino dicendo: «Che bravo nipotino che ho, che si prende cura di un bambino affamato, ma se conoscessi il suo dialetto, sapresti che lui ogni giorno ti diceva: “Grazie fratellino per il pane, ma la prossima volta, ti prego, porta una corda per tirarmi su!”.
Ecco la preghiera del povero che sale a Dio, è una richiesta di vivere felicemente e dignitosamente la propria vita.
Nel Vangelo della XXX Domenica del Tempo Ordinario abbiamo ascoltato il grido di Bartimeo: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!”. Quest’uomo sedeva lungo la strada a mendicare, chiedeva delle monetine per sopravvivere, ma appena passa il Signore grida tutto il suo desiderio di abbandonare quella situazione, per poter rialzarsi e vivere una vita migliore.
Il nostro servizio ai poveri, non deve riguardare solo cibo, vestiti e bollette, dobbiamo avere per loro un’attenzione spirituale.
Una bella prospettiva, che forse trova poco spazio nei nostri luoghi di servizio, ma che sicuramente ci apre ad un orizzonte colmo di Grazia.
In conclusione, nell’anno frassatiano, una testimonianza edificante di come il beato Piergiorgio viveva il servizio ai bisognosi: Ai poveri però non portava solo l’aiuto materiale ma la luce del Vangelo. Insieme ai buoni per il pane, lascia un piccolo Vangelo, il Messalino o l’Imitazione di Cristo.
Siamo chiamati in ogni circostanza ad essere amici dei poveri, seguendo le orme di Gesù che per primo si è fatto solidale con gli ultimi. Ci sostenga in questo cammino la Santa Madre di Dio Maria Santissima, che apparendo a Banneux ci ha lasciato il messaggio da non dimenticare: «Sono la Vergine dei poveri». A lei, che Dio ha guardato per la sua umile povertà, compiendo cose grandi con la sua obbedienza, affidiamo la nostra preghiera, convinti che salirà fino al cielo e sarà ascoltata. (Papa Francesco in conclusione al messaggio per la VIII Giornata mondiale dei poveri).
Don Luca Murdaca