LA FRATERNITA’: vaccino per il virus della disuguaglianza
Partire dai poveri per costruire Comunità, Fratelli Tutti
Il premier Draghi nel suo discorso d’insediamento, nel ricordare quanto sia illusorio pensare a un mondo che torni identico a prima, ha citato il Pontefice. E per spiegare la pandemia sociale nel discorso di insediamento si è affidato ai dati di Caritas.
Alla fine dell’ottocento il medico tedesco R. Virchow scriveva che “un’epidemia è un fenomeno sociale che ha alcuni aspetti medici”. Anche nel caso del Covi-19 le ricadute economiche e sociali della pandemiasono emerse sin da subito, nei mesi di lockdown, per poi amplificarsi in quelli immediatamente successivi.
Queste due piccole premesse per introdurre una breve e parziale riflessione dalla prospettiva della nostra Caritas diocesana, con uno sguardo al futuro.
I dati Caritas sulle povertà materiali, così come quelli Istat usciti nel recente rapporto sulla povertà assoluta, indicano un netto peggioramento della situazione nel 2020. I più colpiti sono gli stessi che avevano subito le crisi precedenti: famiglie con figli, lavoratori, stranieri. Preoccupa sempre più l’aumento della povertà fra i giovani.
In assenza di un dato oggettivo locale, nel 2020 le famiglie in povertà assoluta in Italia sono oltre 2 milioni (il 7,7% del totale, da 6,4% del 2019, +335mila) per un numero complessivo di individui pari a circa5,6 milioni (9,4% da 7,7%, ossia oltre 1milione in più rispetto all’anno precedente). Al Nord la povertà cresce di più, ma nel Mezzogiorno resta la più alta
Ad eccezione delle famiglie unipersonali, che presentano un’incidenza di povertà stabile (5,7%), una più ampia diffusione della povertà assoluta riguarda tutte lefamiglie, ma in misura più rilevante quelle con un maggior numero di componenti.
Dal 2012 in poi la povertà tra i minori è infatti esplosa, ed è cresciuta molto anche per la fascia 18-34, mentre è minore e stabile tra gli anziani. È bene non dimenticare che le prime vittime della crisi economica – e della stagnazione – sono quindi i più giovani.
Inoltre, dopo diversi anni nei quali i nostri studi documentavano una povertà sempre più cronica, multidimensionale, legata a vissuti complessi che richiedevano percorsi di accompagnamento anche molto lunghi, i dati di cui disponiamo oggi fotografano in Italia una situazione nella quale i “nuovi poveri” rappresentano quasi metà del totale. A Biella, seppure in crescita, per ragioni legate anche alla sua demografia, per ora decisamente meno.
Allargando lo sguardo oltre i confini provinciali e nazionali, dopo un anno segnato dall’effetto Covid , il mondo si scopre sempre più diseguale. Si è diffuso ulteriormente anche quello che l’annuale rapporto di ricerca Oxfam definisce il “virus della disuguaglianza”. Numeri e statistiche lo mostrano con chiarezza. A titolo esemplificativo, nel mondo, i 10 uomini più ricchi hanno visto la loro ricchezza aumentare di 540 miliardi di dollari dall’inizio della pandemia: si tratta di una somma che sarebbe più che sufficiente a pagare il vaccino per tutti gli abitanti del pianeta e ad assicurare che nessuno cada in povertà a causa del virus.
Le disuguaglianze crescono nel mondo, in Italia e a Biella, dove aumentano contemporaneamente giacenze su conti correnti e numero di famiglie povere.
Per questo, invitati con chiarezza anche dal Papa con l’enciclica “Fratelli tutti”, siamo chiamati alla riscoperta della fraternità, non solo proclamata, ma incarnata.
Se non ci fosse il principio di fraternità, la diseguaglianza sarebbe percepita in modo diverso. È l’essere fratelli, e quindi uguali e diversi a un tempo, che crea le premesse per il principio di uguaglianza.
“Se fossimo totalmente slegati gli uni dagli altri – spiega bene l’economista Luigino Bruni – non avremmo motivi per esigere l’uguaglianza. La diseguaglianza è naturale, l’uguaglianza è artificiale, non è il dato reale ma quello ideale, che invochiamo in nome del principio di fraternità. E dobbiamo farlo di più oggi, quando la diseguaglianza sta di nuovo crescendo nel mondo. L’abbiamo chiamata meritocrazia, e l’abbiamo lasciata crescere indisturbata, perché abbiamo dimenticato il principio di fraternità”.