Il mio viaggio a Lourdes
Il mio viaggio a Lourdes
“Ave Maria”: quante volte a Lourdes abbiamo ripetuto queste parole della preghiera che tutti conosciamo, affidando alla nostra mamma del cielo tutti gli ammalati che conosciamo, e anche i non ammalati, e abbiamo chiesto a Maria la capacità di sopportare le croci che ci arrivano, come lei ha sopportato l’uccisione di suo figlio.
Di questo pellegrinaggio ho apprezzato molto la presenza dei ragazzi scout, che hanno animato tutti i momenti, da quelli più seri come le celebrazioni, a quelli di svago, come l’aperitivo. La loro presenza ha portato freschezza.
Alle celebrazioni mi vengono da fare solo due osservazioni: andrebbe distribuito un foglietto con le parole alle persone sorde, così che anche loro possano partecipare, e anche una persona con disabilità, magari fisica, potrebbe fare una lettura o una preghiera dei fedeli o una decina del rosario.
La celebrazione che mi è piaciuta di più è stata la Via Crucis, forse perché eravamo all’aperto o forse perché noi disabili capiamo bene cosa significhi portare una croce.
Ovviamente mi è piaciuta molto anche la grotta, che mi ha ricordato gli anni trascorsi a Buenos Aires, dove andavamo alla riproduzione della grotta.
È stata anche l’occasione per incontrare persone che non vedevo da tanto tempo ed è stato bello vedere che per loro non è cambiato niente: io sono sempre io, anche se ho avuto l’incidente. Inoltre ho conosciuto persone nuove e ne sono felice.
Il pellegrinaggio ha anche permesso ai miei genitori di riposare un po’: i volontari facevano tutto, ad esempio uno di loro ha sempre spinto la carrozzina al posto di mio padre.
Consiglio davvero a tutti di andare una volta a Lourdes per vivere ancora più vicini a Maria e pregare molto sempre in un clima di festa.
Valentina Grigoli