Il Cappotto di Robespierre
Ha compiuto tre anni “Il cappotto di Robespierre” e conta su una rete (in crescita) di soggetti del territorio tra loro eterogenei e per questo con grande potenziale generativo: imprese, piccole realtà caritative e più strutturate organizzazioni no profit, che, insieme, promuovono la possibile connessione tra generosità, dignità, competenza e responsabilità.
Lo scopo del progetto è duplice: da un lato migliorare l’offerta, per tipologia e qualità, di abbigliamento, calzature e accessori nuovi utili alle famiglie e persone in condizione di povertà che vivono nel biellese, dall’altro aiutare le associazioni locali ad alleggerire il carico di lavoro affinché possano concentrarsi più sulla relazione con le persone che sulla raccolta dei beni.
“Con Caritas in particolare – spiega Sandro Zai, responsabile della logistica Bonprix Italia – è nata la collaborazione per “Il cappotto di Robespierre”. Il progetto ha lo scopo di distribuire le risorse destinate a chi ha più necessità, attraverso un programma di smistamento basato su un software dedicato che consente di conoscere sempre la disponibilità e la reperibilità dei capi. Un’iniziativa pilota che può essere adottata anche a livello regionale e su scala più ampia. Mettere a sistema le risorse è infatti il primo passo per essere più efficienti e più efficaci anche nel campo della solidarietà. Oltre al supporto tecnico e organizzativo, Bonprix, che veste circa 2 milioni di clienti, ha deciso di donare alcuni dei suoi capi di abbigliamento, espressione di una moda democratica che coniuga stile, praticità e convenienza”.
Il progetto, che ha permesso ad oggi la raccolta di circa 6000 capi nuovi e la distribuzione di oltre 2000 di questi a persone in difficoltà del territorio attraverso le diverse realtà già operanti nel campo della condivisione e dell’aiuto materiale, rappresenta un modello aziendale di gestione del magazzino applicato alla solidarietà e permetterà anche di monitorare e gestire al meglio il flusso di prodotti in entrata e in uscita. Non si tratta quindi di un luogo di distribuzione diretta alle famiglie in difficoltà ma di un’occasione per associazioni caritatevoli di poter disporre, secondo necessità, di un luogo dove poter raccogliere e gestire capi di abbigliamento, scarpe ed accessori nuovi donati da imprese del territorio.
“E’ un’occasione di coinvolgimento per le realtà produttive e commerciali del territorio che possono farsi vicine a chi è in difficoltà – precisa Stefano Zucchi di Caritas diocesana-. Il progetto diventa quindi possibilità per rafforzare o creare alleanze in nome di una comunità che può riscoprirsi, a partire dai più poveri, tale, ovvero solidale”.
Il Progetto Robespierre è stato finanziato da Fondazione CRBiella e Banca Simetica e vede ad oggi come protagonisti (oltre alle organizzazioni riceventi) Bonprix, ConTe (Biella scarpe), F.lli Boscaro, GLS, Associazione Underground, Caritas diocesana, Orso Blu, Coop. Orso Blu, Coop Anteo.
Per contatti:
Referente progetto “Il Cappotto di Robespierre”
Nicola Conte
tel: 015 8134087
e-mail: negoziosolidale@caritasbiella.it