I risultati del progetto VIVA: “Vita Indipendente Vita Attiva”
Raggiungere l’indipendenza per raggiungere il diritto all’autodeterminazione delle persone con disabilità: è questo il principio alla base del progetto “VIVA. Vita indipendente vita attiva” messo a punto a partire dal 2017 con finanziamenti provenienti dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella in collaborazione con i consorzi Iris e Cissabo e con un’ampia rete di partner.
La nostra Caritas diocesana è stata parte attiva nella rete e ha sostenuto con entusiasmo i percorsi dei giovani con disabilità coinvolti mettendo anche a disposizione gratuitamente le soluzioni abitative dei tre ragazzi che hanno raggiunto la piena autonomia abitativa.
Semplice ma fondamentale l’idea alla base della sperimentazione: offrire a soggetti con disabilità medio-lieve tra i 18 e i 45 anni (con un focus specifico nella fascia 18-30) la possibilità di vivere una vita indipendente in un contesto protetto grazie alla mediazione di diverse figure professionali capaci di affiancare queste persone nelle difficoltà della quotidianità.
Pagare un affitto, le bollette, cucinare, fare il bucato, la spesa, invitare amici a cena o gestire il proprio guardaroba sono azioni normali, quotidiane, per ciascuno di noi, ma concorrono a definirci, a darci una routine della quale spesso non ci accorgiamo, ma per le persone con disabilità sono vere e proprie sfide.
“Abbiamo scelto di destinare tre alloggi, di cui due nella nostra Casa Torrione (link) – precisa Stefano Zucchi – direttore della Caritas diocesana – visto il contesto protetto e ricco di relazioni di un condominio solidale per noi speciale. E il contributo dei nuovi inquilini è stato fonte di ricchezza per tutti gli altri abitanti della casa. Un bel segno di una comunità inclusiva e che si prende cura dei suoi membri. A chiusura ufficiale del progetto i nostri inquilini infatti restano!”.
Da un lato infatti la disabilità pone limiti e difficoltà, dall’altro c’è forte il tema della fiducia nelle capacità di questi ragazzi di sapersi gestire e poter vivere una vita indipendente; per questo il progetto VIVA ha affrontato il tema a 360°, coinvolgendo le famiglie oltre ai ragazzi e mettendo in campo operatori e figure terze, “il monitore”, in grado di mediare tra tutti i soggetti coinvolti e operare correzioni di rotta necessarie alla buona riuscita del progetto.
Partito nel 2017 il progetto si è infatti concluso nel 2023 dopo aver vissuto una fase di ridimensionamento tra il 2020 e il 2021 dovuta alla pandemia. Complessivamente sono stati 11 i percorsi attivati che hanno messo al centro il protagonismo delle persone con disabilità; ogni destinatario in questo percorso ha potuto contare nella fase iniziale di avvicinamento su una media di quasi due anni di affiancamento (23 mesi)
Da luglio 2020 a ottobre 2023 il progetto è poi entrato nella vera fase di autonomia abitativa che ha coinvolto 3 persone e che ha permesso a 3 ragazzi e ragazze con disabilità di sperimentare la vita indipendente divenendo una risorsa attiva per la comunità biellese e permettendo alle famiglie di origine di guardare con maggiore serenità al difficile momento del “dopo di noi”.
Le loro storie sono raccontate in un video molto intenso che fa capire come l’indipendenza dei soggetti con disabilità sia un diritto oltre che un’opportunità per una società evoluta; il progetto VIVA, per la sua innovatività ed efficacia è inoltre stato oggetto di studi e tesi di laurea del Corso di Laurea magistrale in politiche e servizi sociali dell’Università degli Studi di Torino.
“La Fondazione con questo percorso ha portato a termine un progetto che riteniamo possa essere di ispirazione anche per altri territori – commenta il Presidente della fondazione C.R.B. Michele Colombo – nonostante le difficoltà della pandemia VIVA ha dimostrato sul campo l’efficacia delle basi metodologiche e delle buone prassi che lo caratterizzavano, ringraziamo le famiglie, i ragazzi per essersi messi in gioco e tutti i partner senza i quali non sarebbe stato possibile realizzarlo. Ancora una volta il Biellese ha dimostrato di saper fare innovazione sociale condivisa”.
Dir. Stefano Zucchi