Cambiare rotta

Promossa da vari enti, la campagna “Cambiare la rotta. Trasformare il debito in speranza” è una mobilitazione per la cancellazione del debito dei Paesi poveri, che prende avvio all’inizio dell’anno giubilare.

L’iniziativa risponde all’invito che Papa Francesco ha fatto al mondo intero con l’apertura dell’anno giubilare, in merito all’urgenza di condonare i debiti e di promuovere modelli economici basati sulla giustizia e sulla solidarietà.

La remissione del debito, ispirata alla tradizione giubilare del popolo ebraico, viene presentata come un passo essenziale per liberare i popoli oppressi da legami economici iniqui che soffocano il presente e ipotecano il futuro, evidenziando il legame tra debito economico e debito ecologico.

La campagna è promossa da Acli, Agesci, Aimc, Azione Cattolica Italiana, Caritas Italiana, Comunità Papa Giovanni XXIII, CVX Comunità di Vita Cristiana, Earth Day Italia, Focsiv ETS, Fondazione Banca Etica, MCL, Missio, Movimento dei Focolari Italia, Pax Christi, Sermig.

Per le diverse e numerose realtà promotrici, il profondo significato del Giubileo 2025 è la liberazione dell’uomo e dei popoli, promuovendo giustizia e pace. Per questo, occorre riformare e trasformare un sistema economico (e non solo) che non funziona, che crea concentrazione di potere e disuguaglianze a danno dei più vulnerabili e dell’intero pianeta, la nostra Casa comune.

“La crisi sistemica che caratterizza il nostro tempo – si legge nella presentazione della campagna, ad opera dei promotori – contraddistinto da povertà crescente, migrazioni forzate e squilibri ambientali, chiede soluzioni che si inseriscano in una visione di giustizia globale, come: investire nella giustizia climatica e sociale; superare le disuguaglianze attraverso modelli di sviluppo sostenibili; rafforzare le politiche di aiuto pubblico allo sviluppo e l’advocacy per riforme strutturali.”

È una campagna triennale per sensibilizzare e informare territori e comunità sulle interconnessioni tra disuguaglianze, diritto al cibo, migrazioni, conflitti, ambiente e finanza (in particolare la questione del debito pubblico) e per raccontare e moltiplicare le esperienze e le iniziative educative, di advocacy, di solidarietà concreta, valorizzando il lavoro dei territori e le relazioni create tra gli organismi promotori della campagna e i diversi soggetti locali.

A monte di tutto ciò vi sono le indicazioni di Papa Francesco per una rivoluzione culturale (Laudato Si’, n. 114) e antropologica (n. 118), capace di superare il paradigma tecnocratico (106) e finanziario (109) oggi dominante, che causa sfruttamento e degrado dell’uomo e della natura.

I destinatari principali sono realtà ecclesiali locali, parrocchie, associazioni, movimenti; scuole di ogni ordine e grado; il mondo della cooperazione, dell’imprenditoria sociale, il terzo settore.

Centrale è il ruolo degli “snodi territoriali”: punti di raccordo tra i vari soggetti promotori diffusi su tutto il territorio nazionale, che, a livello locale, con un’attenzione particolare al protagonismo giovanile, promuovono iniziative e programmi.

La campagna si focalizza sul tema delle disuguaglianze, che è strettamente legato alla questione delle migrazioni, affrontando le varie problematiche collegate in termini positivi, mostrando come si possano costruire insieme pratiche di inclusione sociale, creando una contro-narrazione rispetto a quella che attraversa quotidianamente i nostri mass media.

Ad esempio: cosa facciamo per vincere le disuguaglianze, per costruire comunità accoglienti e inclusive per tutti, sui nostri territori e in quelli del Sud del mondo? Promuoviamo l’agricoltura sociale, l’agroecologia e la giustizia per l’accesso alla terra, alle sementi, alle tecnologie appropriate, denunciando le concentrazioni di potere nella produzione e nella distribuzione del cibo? Contrastiamo i conflitti e le migrazioni forzate con più operatori di pace, azioni non violente, riduzione delle spese militari? Accogliamo gli esclusi, migranti e autoctoni, condividendo beni comuni e servizi per la creazione di lavoro in un ambiente sano?

La disuguaglianza segna in maniera profonda tutte le società del pianeta, che, nei vari contesti e territori, devono trovare le basi per la propria stessa sopravvivenza e per quella delle generazioni future. I problemi devono essere affrontati come parte di un unico sistema interconnesso, in cui ogni malfunzionamento si ripercuote in maniera diretta soprattutto sui più poveri e i più vulnerabili.

“Data l’ampiezza dei cambiamenti, non è più possibile trovare una risposta specifica e indipendente per ogni singola parte del problema. È fondamentale cercare soluzioni integrali, che considerino le interazioni dei sistemi naturali tra loro e con i sistemi sociali. Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale. Le direttrici per la soluzione richiedono un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e, nello stesso tempo, per prendersi cura della natura” (Laudato Si’, 139).

Valentina Grigoli, operatrice Caritas Biella