Caritas nelle scuole
Le Muse rappresentano nella cultura classica le dee ispiratrici delle principali arti conosciute dall’uomo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella le ha messe “alla lavagna” per far conoscere ai ragazzi il valore del sapere: è nato così il progetto “Muse alla lavagna” che, dal 2011, ha portato nelle scuole biellesi un nuovo tipo di offerta formativa, basato sulla condivisione di esperienze che coinvolgono sia studenti sia insegnanti.
Anche quest’anno, la Caritas Diocesana di Biella propone due linee laboratoriali destinate alle scuole secondarie del territorio Biellese all’interno del progetto “MUSE ALLA LAVAGNA”.
L’obiettivo è di promuovere una coscienza critica che sia motore della convivenza civile e integrazione, creando un confronto e un dialogo con i giovani della nostra città. In particolare, i laboratori presentati sono due: per le scuole secondarie di primo grado si tratterà il tema dei flussi migratori (cause, contesto e risposte sociali) utilizzando il libro ‘Non dirmi che hai paura’ di G. Catozzella; per le scuole secondarie di secondo grado invece, si analizzerà il fenomeno della tratta degli esseri umani sotto diversi profili, approfondendo il tema coniugandolo al contesto territoriale in cui viviamo, con l’obiettivo di sensibilizzare gli studenti sollecitandoli a ricercare una corretta informazione e a sviluppare una coscienza critica.
Entrambi i laboratori verteranno anche su testimonianze e incontri con persone che in prima linea hanno vissuto e sperimentato queste situazioni. Rispetto a tali tematiche, che godono di un forte risalto mediatico, riteniamo sia importante analizzare tali fenomeni, oggetto di confronto e dibattito ad ogni livello. L’intenzione è dunque quella di fornire strumenti utili e conoscenze necessarie per scardinare luoghi comuni e conoscenze fragili che spesso agevolano modi di pensare superficiali. Ci auguriamo che gli incontri in classe con i giovani del territorio siano un primo passo verso il confronto costruttivo su tematiche che spesso sono alimentati dalla spettacolarità delle notizie invece che dal dialogo e dal coinvolgimento in prima persona.