MIGRAMED 2017 “Share the journey” – Giordania 14/17 Novembre 2017

Migramed 2017, l’annuale incontro delle Caritas del Mediterraneo sul tema delle migrazioni, si è svolto in Giordania riconoscendo a questo Paese il ruolo fondamentale che sta svolgendo in Medio Oriente rispetto alla crisi regionale in corso, all’assistenza ai rifugiati e al valore umano dell’accoglienza e del riconoscimento dei diritti essenziali dell’uomo.
Caritas Giordania svolge la sua missione costantemente a fianco dei più deboli lavorando in maniera globale per la pace. Migramed si fa portavoce di un sentimento di rabbia e di stanchezza che pervade tutta la regione del Medio Oriente e Nord Africa dove la Chiesa rimane sempre in prima linea per la pace e la promozione dei diritti umani. Non dovrà mai mancare un impegno a favore dell’accoglienza e a tutela dei migranti senza dimenticare il costante dialogo con tutti gli attori istituzionali e non per superare le cause che generano le migrazioni.
Questo sforzo, oggi deve fare i conti con un contesto storico, sociale e politico nel quale sono stati messi in discussione i principi su cui abbiamo immaginato fino a ieri di ispirare l’azione “umanitaria” verso i migranti. La solidarietà viene sempre più sovente percepita come un disvalore e al contempo, le scelte di alcuni governi europei di tenere lontani i migranti, vengono accolte con favore nonostante siano adottate spesso in palese violazione dei diritti umani. È uno scandalo, come ci ricorda Papa Francesco, indicativo dei limiti dei processi di pacificazione nel Mediterraneo, degli ostacoli con cui si deve confrontare l’applicazione concreta dell’universalità dei diritti umani, dei muri contro cui si infrange l’umanesimo integrale che costituisce uno dei fattori più importanti della nostra civiltà. Il risvolto più tragico è l’accordo di cooperazione promosso dall’Europa con la Libia che come ha sottolineato l’Alto rappresentante delle Nazioni Unite per i diritti umani, il principe giordano Zeid Ra’ad Zeid al-Hussein, sta causando trattamenti disumani ai rifugiati bloccati in quel Paese.
La politica si concentra sempre di più su numeri, muri, blocchi e frontiere senza più considerare che a rimanere dall’altra parte sono degli esseri umani. Provare ad allargare lo sguardo significa innanzitutto elaborare proposte in grado di rimettere al centro le persone e la loro dignità, sottraendole da chi specula sul loro destino prima, durante e dopo il viaggio. In questo difficile contesto Caritas Internationalis ha lanciato la campagna mondiale sulle migrazioni “Share the journey” al fine di superare una cultura dello scarto e creare una cultura diffusa sull’accoglienza.
Pertanto Migramed 2017 in Giordania raccomanda in particolare:
  • PACE: l’unica soluzione sostenibile in un contesto che da troppi anni conosce crisi e guerra, è la pace. Nel Medio Oriente e nel Mediterraneo rinnoviamo un impegno per la pace a partire dalle nostre organizzazioni nazionali e internazionali, e chiediamo ai Governi, all’Unione Europea, alle Nazioni Unite di sostenere processi di pace che pongano al centro la dignità umana.
  • CANALI LEGALI E SICURI: chiediamo che vengano ampliati i canali umanitari di ingresso e le vie legali e sicure, al fine di garantire sicurezza e protezione. Che nei Paesi terzi vengano snellite le procedure accesso alle ambasciate appartenenti agli Stati UE. Che si estendano i programmi di ammissione umanitaria attraverso un maggiore coinvolgimento di tutti i Paesi dell’Unione europea e che si investa in maniera decisiva nei programmi di reinsediamento.
  • DIRITTI UMANI: ogni politica implementata nel Mediterraneo, a partire dagli accordi bilaterali che gli Stati europei siglano coi Paesi di transito dei migranti,  tengano conto del rispetto dei diritti umani; in primis il diritto alla vita, sostenendo le operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo; il diritto ad una condizione socio-economica dignitosa per i migranti che vivono sotto la soglia di povertà; il diritto alla libertà di movimento a partire dalla possibilità per chi fugge da situazioni di guerra di chiedere asilo in paesi sicuri.
  • IL DIRITTO DI RIMANERE NELLA PROPRIA TERRA: chiediamo che venga garantita la possibilità per tutti di vivere una vita dignitosa nel Paese di origine e che vengano create le condizioni per uno sviluppo sostenibile in Africa e in Medio Oriente dove non mancano le risorse necessarie ma spesso sono gli interessi economici, politici e finanziari a prevalere sulle persone e sui popoli. Inoltre esprimiamo preoccupazione per l’utilizzo improprio di fondi destinati alla cooperazione internazionale col fine di bloccare le migrazioni.