E’ tempo di scelte

Mi è stato chiesto di raccontare la carità in parrocchia…scrivere questo articolo è un bell’esame di coscienza, tutto in parrocchia dovrebbe essere Carità!

La Carità è Dio stesso, Colui che siamo chiamati ad incontrare, che ci trasforma, che ci invita alla comunione e ci chiede di essere portato a tutti gli uomini. Carità in parrocchia è far incontrare Dio con il prossimo attraverso le nostre vite. La domanda allora è con che intenzioni incontriamo le persone! È il Vangelo che ci spinge? La generosità o la gratificazione di noi stessi? Al di là delle iniziative qui mi sembra ci sia lo snodo di tutto. La questione te la poni quando vedi i parrocchiani lavorare nel volontariato e disertare i Sacramenti e i momenti di preghiera o riflessione sul Vangelo. Si tratta di chiedersi se ciò che facciamo in concreto è frutto di un buon equilibrio tra “Maria e Marta”, tra l’ascolto di Gesù e l’azione che deriva da esso.

Questa era l’idea che vi avrei scritto fino a qualche settimana fa, prima che un caro sacerdote della parrocchia fosse ricoverato in ospedale. In un attimo ci siamo accorti dell’importante spazio che riempiva nella nostra comunità. Così ora vorrei aggiornare i pensieri integrando un’esperienza nuova.

Mi sembra si apra un altro fronte per la carità, uno spazio essenziale che lo Spirito Santo sembra volere affidare a tutti i battezzati: l’annuncio esplicito della Parola di Dio! Fino ad ora in parrocchia i laici, esclusi i servizi del catechismo e dell’educazione dei giovani, si sono impegnati soprattutto in un annuncio concreto attraverso mille forme di volontariato ora però, con la carenza di sacerdoti, chi spiega il Vangelo agli operatori della Parrocchia? Chi ne può parlare apertamente perché ne ha anche il carisma e la competenza? Credo ci dobbiamo preparare ad un tempo nuovo, forse è ora di rivedere le attività parrocchiali dando le giuste priorità.

“Non è giusto che noi trascuriamo la parola di Dio per il servizio delle mense” è scritto negli Atti degli apostoli, che si tratti di cercare le persone che hanno questa idea tra i loro pensieri e attraverso un buon discernimento aiutarli a capire se il Signore non li stia chiamando ad una nuova responsabilità? Che si debba spendere più energie e tempo sulla formazione di alcune persone e avere anche il coraggio di chiudere alcune attività che non hanno più sapore di Gesù per metterci di più in ascolto? Mah! Il Signore ci illumini e ci indichi la strada.

don Filippo Nelva