Prendersi cura

L’incontro di migliaia di giovani a Losanna in Svizzera per chiedere rispetto e salvaguardia del mondo avrebbe dovuto dare uno scossone alle nostre coscienze, sia per ascoltare la voce di quei giovani sia perché reclamano un mondo che sarà loro, ma nelle condizioni in cui glielo lasceremo. La terra ha dato da vivere a miliardi di uomini, da quando questi è apparso sulla terra e ora rischia la dissoluzione. Per unire le nostre voci a questo coro che chiede rispetto e cura del mondo anche noi possiamo fare qualcosa, come la cura dell’ambiente in cui viviamo, la riduzione dell’uso della plastica che sta avvelenando gli oceani, l’eliminazione degli sprechi che ingigantiscono le discariche, avvelenando acqua e aria. Il mondo lo abbiamo ereditato per custodirlo e goderne ed è nostra coerenza riaffidarlo vivibile al futuro.

Non si può separare la prospettiva del futuro da coloro che lo vivranno e che ora sono i bambini e gli adolescenti. Le statistiche ci dicono che il numero di quelli che sono o cadono nella povertà è in crescita. Povertà non solo economica, ma educativa e intellettuale (l’abbandono scolastico), povertà di costruzione di reti comunitarie e amicali, di spinta alla partecipazione sociale. Tutti sappiamo come sia importante per un bambino la consistenza dell’ambiente vitale e quotidiano come la famiglia, la scuola, il gruppo degli amici, l’oratorio, lo sport, soprattutto quando questi riescono a stipulare quel patto educativo che elimina le tensioni e le incoerenze.

E qui si tira in ballo la comunità. Contro l’isolamento e la solitudine che rischiano di farci vivere accanto, ma come persone senza significativi rapporti, è importante costruire o ricostruire comunità, relazioni solidali, interessi sociali, partecipazione civile, forme di volontariato, che ci fanno sentire parte integrante di una società.

Prendersi cura chiede un percorso di coinvolgimento e dischiude a noi stessi ciò che ci sta veramente a cuore.

don Giovanni Perini

Direttore