Diverso? Diverso da chi?

Con la Tavola rotonda “Diverso? Diverso da chi?” che si svolgerà venerdì 12 Aprile alle ore 20,45 presso la sala conferenze del Museo del Territorio di Biella, si propone all’attenzione uno dei problemi che attengono alla promozione della salute mentale: lo stigma, termine frequente in particolare nell’ambito della psichiatria – ma che si può estendere ormai ad altri, come quello delle dipendenze, delle fragilità in genere – con  il quale si intende definire una serie di comportamenti e condizioni che determinano da un lato pregiudizio e discriminazione, dall’altro lato paura e vergogna. Le persone che ne sono vittime sono maggiormente esposte al rischio di marginalità ed esclusione sociale. E’ per questo motivo che il contrasto allo stigma è una delle finalità dei programmi di sensibilizzazione promossi dalla “Comunità che guarisce”, al cui centro è posto il valore della persona e della sua dignità.

La comprensione della parola “stigma”,  è posta nel suo significato etimologico: marchio, macchia, punto, puntura. Nella sua accezione psicosociale con questo termine ci si riferisce all’attribuzione di qualità negative ad una persona o ad un gruppo di persone, rivolta alla loro condizione sociale, anche all’aspetto: esso può essere declinato non solo sul piano psico-fisico, ma pure etnico, religioso, sessuale, altro ancora. E’ evidente come esso occupi un ruolo di rilievo sul fronte delle cosiddette diversità.

La riforma Basaglia, tradottasi nella legge 180 del 1978, con la quale venne ribaltato l’approccio alle malattie psichiatriche, ponendo le basi per la chiusura dei manicomi, si fonda proprio sull’abbattimento delle barriere culturali e sociali, di quegli stereotipi che generano discriminazione ed esclusione delle persone più fragili.

Il Piano d’Azione per la Salute Mentale, recentemente approvato dalla Regione, dedica un capitolo apposito a questo tema perseguendo l’obiettivo di contrastare la stigmatizzazione, intervenendo sui pregiudizi e la disinformazione nella popolazione in generale, oltre che tra gli operatori e i professionisti del settore. Si tratta di un percorso strategico che prevede “l’educazione degli operatori, con il coinvolgimento degli utenti nei percorsi educativi, nonché una migliore collaborazione tra medici di medicina generale e psichiatria che mitighi la percezione di pericolosità dei pazienti, ancora diffusa tra i medici di medicina generale”.

Ma non possiamo limitarci a questa rassicurante constatazione. Siamo convinti che la promozione della salute mentale necessiti pure di un diffuso cambiamento di mentalità, culturale, per accettare, non subire la possibile presenza di una condizione di malattia mentale, che certo ti cambia la vita – a chi ne è afflitto come a chi è affettivamente prossimo – ma non deve distruggerla, annientarla a causa di una inerte o inesistente capacità di relazione umana, di accettazione, di condivisione.

La diversità come fattore di esclusione è l’effetto di quella stigmatizzazione che relega la persona ai confini della vita sociale. E’ la sconfitta non solo di un sistema, ma soprattutto dell’umanità.  E’ un problema di responsabilità educativa, culturale, etica che coinvolge gli ambiti di vita relazionale, dalla famiglia alla scuola, dagli oratori al mondo dello sport, dal lavoro al cosiddetto tempo libero.

Noi, come “Comunità che guarisce”, ci siamo, con le nostre proposte di sensibilizzazione che mettiamo a disposizione delle persone interessate. Anche stavolta lo facciamo con le competenze e le esperienze che costituiscono il nostro Tavolo di promozione della salute mentale.

Flavio Como

Coordinatore “Comunità che guarisce” – Tavolo per la promozione della salute mentale

 

Interveranno alla Tavola Rotonda:

Lorenzo Somaini – direttore struttura complessa SERD Asl di Biella

Tommaso Cancellara – responsabile Comunità

Roberto Merli – direttore struttura complessa psichiatria Asl di Biella

Don Giovanni Perini – direttore Caritas Diocesana di Biella

Moderatore: Carlo M. Zorzi – direttore de’ “Il risveglio popolare”

Partecipa e collabora l’associazione “LaAV – Letture ad Alta Voce”