Housing First – C’è solo una strada: la casa!

Elencare le ragioni per le quali sia buona cosa che nessuna persona si trovi a vivere in strada rischia di essere di scarsa utilità. La sensibilità comune ci porta, o dovrebbe portarci, all’indignazione di fronte alla presenza di persone senza dimora. Ma la proposta denominata “Housing first” ci permette di ragionare su un passaggio ulteriore rispetto alla sola assenza di persone in fabbriche abbandonate o sulle panchine del parco. Dagli Stati Uniti d’America, al Portogallo, all’Olanda per arrivare ora anche in Italia e a Biella , la logica “Housing first” risponde con semplicità alla domanda se la casa sia o no un diritto umano prioritario. Lo fa permettendo il passaggio diretto, con un adeguato supporto integrato relazionale e professionale e una corresponsabilità economica del beneficiario, dalla strada alla casa delle persone senza dimora, scardinando la logica tradizionale della casa come traguardo da raggiungere una volta superati una serie di “gradini” di merito.

Molti studi nel corso degli ultimi vent’anni hanno dimostrato gli effetti positivi del modello HF a diversi livelli. L’80% delle persone inserite in appartamento riesce a mantenere la casa a due anni dall’inserimento del programma di housing first. La riduzione dell’uso di droga o alcol è alta tra le persone che rimangono supportate dal programma. La disponibilità di una casa propria incide positivamente sul benessere psico-fisico della persona riducendo le spese per cure mediche e medicinali. L’effetto “inclusione sociale” è migliorato dalle opportunità che la casa, come luogo di cura di sé, di identità e di appartenenza ad una comunità, offre alla persona in housing first. Il beneficio, paradossalmente, risulta essere anche economico per la comunità per la riduzione di costi legati a emergenze, sicurezza e ricoveri.

A Biella, con il supporto anche della nostra Caritas diocesana, già tre persone, tra cui due donne, sono state inserite nel programma di housing first. E il numero crescerà ulteriormente in questo 2019. L’obiettivo non è l’eliminazione dei dormitori o di altri servizi che possono essere adeguati per alcune persone senza dimora, ma la loro integrazione con una proposta che parte dal bisogno di casa che questi poveri gridano. Un’occasione per loro, un’occasione per noi, una volta di più, per rovesciare le logiche con le quali siamo abituati a lavorare.

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http://www.housingfirstitalia.org